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Per arrotondare il bilancio e pagare le bollette, ormai siamo disposti a tutto. Anche a venderci le mutande.

Sembra una battuta di bassa lega, invece si tratta di una professione.

Da qualche anno a questa parte infatti sono sempre più numerose le ragazze e le donne che vendono online la loro biancheria intima.

Dopo averla usata. E il fatto che ci siano macchie, tracce di umori e sgualciture, sembra rendere il bene più prezioso.

L’insolito business si chiama pantyselling, cioè vendere le mutande, per essere chiari sin dall’inizio.

A cominciare sono state alcune ragazze americane, che per pagarsi le tasse universitarie hanno lanciato la proposta in Rete quasi per scherzo e poi si sono accorte che funzionava.

Prima qualche vendita, poi un mercato che diventava più fiorente.

Qualcuna ha persino smesso di studiare per dedicarsi interamente a questa nuova branca dello shopping legato al sesso.

Altre, studentesse come casalinghe, hanno continuato l’attività nel tempo libero, anche perché in fondo non richiede così tanta fatica.

Basta acquistare l’intimo, indossarlo, spesso per più di un giorno, farsi una foto che mostra l’oggetto messo all’asta e lanciare l’amo nel web dopo aver creato una pagina personale, che serve da «vetrina» ma anche per tenere i contatti e gestire gli scambi.

SOLO L’IMBARAZZO DELLA SCELTA

Un procedimento semplice da realizzare più di quanto non sembri, anche perché online si trovano ormai diversi siti che spiegano come avviare l’attività.

Ad esempio www.pantyselling.online, ma anche www.sellpantiesformoney.com che spiega dettagli e regole con la voce del fondatore.

Per cominciare si può anche fare riferimento all’indirizzo www.pantydeal.com, che offre trucchi e regole per un marketing sicuro e permette di vendere e acquistare con regole e registrazioni.

I RISCHI DA CUI GUARDARSI

Certo, come sempre quando si lavora sul web, con una platea potenzialmente infinita, esistono anche dei rischi.

Per questo non bisogna mai dare riferimenti personali troppo chiari o informazioni sulla residenza.

«I capi vanno spediti in modo anonimo», spiega Liza (il nome è di fantasia), che ha aperto un sito in Gran Bretagna e sta diventando particolarmente cara al pubblico dei feticisti dell’intimo.

«A volte qualcuno chiede la consegna diretta, altri pretendono incontri, magari immaginano che dietro ci siano attività differenti, ma occorre essere chiare sin da subito.

Si tratta di vendite, senza contatti e senza comunicazioni, nemmeno a voce.

Dare anche piccoli segnali che permettano di risalire alla tua identità e residenza può rivelarsi pericoloso».

Le foto sul sito mostrano il fondoschiena vestito con il capo offerto al pubblico e al massimo una parte del reggiseno.

Il viso è ovviamente tagliato, nè ci sono altri elementi di riconoscimento.

GUADAGNO SENZA FATICA O STRESS

«Si tratta di piccole accortezze che rendono tutto più semplice», insiste Liza.

«Questo lavoro, in fondo, mi piace. Riesco a guadagnare senza grande fatica e quindi sono meno stressata dai problemi economici. Scelgo con cura la biancheria intima, la indosso almeno per 24 ore, poi posto la foto online. A volte qualche cliente mi scrive e chiede di tenere gli indumenti più a lungo, di usarli quando vado in palestra o quando esco la sera. Se posso li accontento, anche perché alla fine si crea una sorta di legame con queste persone».

Mediamente Liza ha almeno 50 clienti al mese, che a una media di 20 sterline per capo fanno mille sterline.

Qualcuno è affezionato e ritorna, altri sono nuovi e la scoprono navigando online o con il passaparola.

«Le mutandine che indosso sono già usate, perché in media le possiedo da tre o quattro mesi. Le scelgo con attenzione e quando le spedisco a casa mi preoccupo di confezionarle bene, in modo anonimo, in modo che le mogli non si insospettiscano quando il pacco arriva a destinazione».

IL POSSESSO ATTRAVERSO LE COSE

Ma come mai un uomo decide di spendere 20 sterline per appropriarsi del tanga indossato da una donna che non conosce?

«Vogliono avere qualcosa che mi appartenga in modo profondo, gli sembra un metodo per intrattenere un rapporto intimo.

Non mi conoscono, ma magari la foto del mio fondoschiena li ha conquistati e quindi con un mio capo di abbigliamento in mano finiscono per eccitarsi e credere di possedere anche me», riflette Liza.

Un’analisi che andrebbe valutata da psicologi e sessuologi.

Quanto agli uomini, qualcuno ha confessato alle venditrici che «si tratta di una passione per la biancheria intima in generale, che viene portata all’estremo nel momento in cui le mutandine appartengono a donne misteriose, di cui si può appena percepire l’odore».

Un mondo di sogni e di invenzioni della mente, che per qualcuno rende più eccitante la vita sessuale.